Categorie

Timor : Indonesia sconosciuta

Timor, viaggio nell’’Indonesia più selvaggia autentica e misteriosa, ancora sconosciuta al turismo, e le sue isole vicine, tutte da scoprire

Timor, un isola ancora poco conosciuta e inesplorata del lontano est  

Geografia

Timor è la più orientale delle isole della Sonda e il suo nome deriva appunto dal termine indonesiano timur che significa est.

L’isola è politicamente divisa in due parti,lo stato indipendente di Timor Est e la provincia indonesiana di Nusa Tenggara Orientale.

Timor Ovest appartiene all’ Indonesia e si estende per circa 19.000 km²,il capoluogo è la città di Kupang e il suo aeroporto è un’importante punto di imbarco per le altre isole minori dei dintorni.

Sembra che Timor abbia una era geologia più antica rispetto a quella vulcanica delle altre Piccole Isole della Sonda settentrionali.

Questa caratteristica sembra dovuta al fatto che è proprio sul bordo settentrionale della placca indo-australiana nel punto di incontro con la placca eurasiatica.

L’isola di Timor si trova nella zona di transizione biogeografica tra Asia ed Australia detta linea di Wallace, per cui sia in mare che in terra vi si possono trovare tantissimi esemplari faunistici e floreali di entrambi i continenti.

Una volta Timor era la dimora di lucertole giganti simili al drago di Komodo , la fauna di oggi comprende una serie di specie endemiche come il caratteristico toporagno e ratto di Timor

L’isola ha un gran numero di uccelli, principalmente di origine asiatica e altri presenti in Australia

La vegetazione naturale costituita da foreste di latifoglie secche tropicali , con un sottobosco di arbusti ed erbe a supporto di una ricca fauna selvatica , è stata bonificata per l’agricoltura soprattutto sulle coste di Timor e sulle isole minori.

Clima e temperature quando andare

Il clima ha una lunga stagione secca da Aprile a Ottobre con venti caldi che soffiano dall’Australia.

Lingua dialetti e cultura

Gli antropologi identificano undici distinti gruppi etno-linguistici a Timor.

I più importanti sono gli Atoni di Timor occidentale e il Tetum di Timor centrale e orientale.

La maggior parte delle lingue indigene del Timorese appartiene al ramo Timor-Babar delle lingue austronesiane parlate in tutto l’arcipelago indonesiano , la lingua ufficiale è il bahasa indonesia

Religione  

Il cristianesimo è la religione dominante in tutta l’isola di Timor, circa il 90% della popolazione, di cui protestante il 58% e 37% cattolico ,sempre presente un forte animismo

Storia

Timor faceva parte delle antiche reti commerciali giavanesi,cinesi e indiane come esportatore di sandalo, miele e cera e fu prima insediata dai portoghesi e alla fine del XVI secolo dagli olandesi.

Timor era la famosa destinazione di William Bligh e dei marinai a lui fedeli a seguito del famigerato ammutinamento del Bounty nel 1789, era anche il luogo dove i sopravvissuti del HMS Pandora inviato per arrestare gli ammutinati del Bounty sbarcarono nel 1791, dopo che la nave affondò nella grande barriera corallina.

L’isola è stata politicamente divisa in due parti per secoli.

Gli olandesi e i portoghesi hanno combattuto per il controllo dell’isola fino a quando non è stata divisa per trattato nel 1859, ma la questione del confine è stata definita solo nel 1912.

Timor Ovest , era definita Timor olandese fino al 1949 quando divenne Timor indonesiano ,mentre Timor Est era conosciuto come Timor portoghese fino al 1975.

Le forze giapponesi occuparono l’intera isola dal 1942 al 1945. Furono resistite in una campagna di guerriglia guidata inizialmente da commandos australiani .

In seguito al colpo di stato militare in Portogallo nel 1974, i portoghesi iniziarono a ritirarsi da Timor, i successivi disordini interni e la paura del partito comunista Fretilin portarono a un’invasione da parte dell’Indonesia che si oppose al concetto di Timor Est indipendente.

Nel 1975, Timor Est fu annessa all’Indonesia e divenne noto come Timor Timur o “Tim-Tim” e considerata come la ventisettesima provincia del paese.

Le Nazioni Unite hanno quindi temporaneamente governato Timor Est fino a quando non è diventato uno stato indipendente nel 2002.

Questa zona indonesiana è ancora oggi poverissima, ma Timor e le isole vicine stanno diventando famose per i ricchi fondali, e le onde perfette per praticare il surf, e stanno avendo uno sviluppo turistico in crescita.

Timor donna al villaggio
Timor donna al villaggio

Timor cosa vedere :

Durante la seconda guerra mondiale, la città di Kupang e il suo aeroporto El Tari, era il punto di atterraggio e rifornimento per i voli a lungo raggio dall’Europa all’Australia.

Oggi, Kupang è la capitale della provincia di East Nusa Tenggara, la sua favorevole posizione nella parte più sud-orientale dell’Indonesia ha fatto si che il suo porto e aeroporto, siano ancora punti strategici per visitare molte delle isole meno conosciute e remote che ci sono in questa zona.

La popolazione di Timor è amichevole giocosa e ama il divertimento, kupang è una città non particolarmente bella ma piena di vita e allegria, ai giovani piace passare le serate nei warung del centro, io personalmente ho trovato bellissimo e assolutamente da vedere, il mercato del pesce che viene montato lungo mare ogni sera al tramonto, basta scegliere da uno dei banchi il freschissimo pesce preferito, e farselo grigliare da una delle tante bancarelle.

Tradizionalmente, le persone a Kupang e Timor si distinguevano per le loro posizioni sociali, la nobiltà si chiamava Amaf, i governanti Atupas, e la servitù Ata.

Ciascuna classe sociale aveva il proprio ruolo da svolgere nella società e nei riti tradizionali, queste tradizioni profondamente radicate hanno persistito attraverso i secoli e sono ancora presenti.
Tradizioni che ritroviamo nei motivi degli ikat, questa forma di artigianato locale che riproduce antichi disegni e modelli meravigliosi e talvolta misteriosi, i popoli di questa zona condividono l’orgoglio che queste stoffe siano una delle più preziose eredità .

Timor Indonesia capanne al villaggio
Timor Indonesia capanne al villaggio

Soe
Soe è una piccola città indonesiana situata nelle montagne, un’ottima base da cui esplorare la zona rurale circostante e i mercati tradizionali, dove è possibile incontrare le tribù indonesiane

A Soe è possibile alloggiare in semplici homestay locali che hanno bagni con mandi e servizi essenziali, scordatevi di venire fino qua da soli perché è indispensabile avere una guida locale che parli i dialetti dei villaggi, che deve condurvi nei villaggi spesso nascosti in cima alle montagne percorrendo strade impervie, una volta arrivati ai villaggi la guida deve presentarvi agli anziani e avere il loro benestare, persino il bahasa indonesia in queste zone è considerata una lingua straniera  

I mercati tradizionali a Timor si svolgono in giorni specifici e in diversi villaggi, le guide locali conoscono le località e i giorni di mercato, visitare quello del villaggio di Desa Nusa è una vera esperienza

None
Gli abitanti di None, fino a poche decine di anni fa erano tagliatori di teste, è uno dei più accessibili e facili da visitare, offre comunque un’esperienza molto approfondita e autentica nella vita del villaggio antico di Timor
Maubesi
Nel piccolo villaggio di Maubesi vive un’altra delle tribù indonesiane di Timor, la sua particolarità è la Magic House.

In indonesia e nel Nusa Tenggara in modo particolare, tutto è sempre avvolto da leggende di misticismo e magia, in questo caso la Magic House, è una capanna che ha davanti al suo ingresso una pietra circolare piatta che regge un palo decorato con piume e altri oramenti, luogo dove vengono eseguite le offerte.

Tamkesi

Il villaggio di Tamkesi è situato su due colline nella parte orientale di Timor , una delle colline è conosciuta come la Montagna Sacra e ogni sette anni sette abitanti maschi del villaggio salgono sulla montagna per sacrificare una capra e un gallo, questo villaggio è abitato da nove famiglie che rappresentano i nove villaggi
circostanti.

Tamkesi serve a preservare lo stile di vita tradizionale e le nove famiglie sono i custodi di questa tradizione,
ci sono molte credenze all’interno del villaggio, tutto ciò che cade a terra deve essere raccolto solo dal capo del villaggio, se andate a visitarlo e vi cade qualcosa per terra non raccoglietelo, poiché questo porterebbe sfortuna all’intero villaggio.
i nove pali di legno che rappresentano i nove villaggi sono in equilibrio su una grande pietra piatta, se il palo o la pietra dovesse cadere, quel villaggio sarebbe soggetto a sfortuna certa.

Boti

Boti Village, un villaggio ancora aggrappato alle antiche credenze e tradizioni ancestrali, uno stile di vita semplice che riporta indietro nel tempo, senza elettricità internet e altri servizi per noi indispensabili, per gli abitanti di questo villaggio sono invece assolutamente inutili, a boti si vive in connessione con la natura e l’ambiente circostante, discendenti diretti del popolo Dawan una delle prime tribù indigene di timor, le leggi e le usanze tradizionali si basano su un’antica credenza animista chiamata Halaika, la vita di questo popolo è controllata da Uis Pah, la madre che veglia e controlla l’universo e tutte le sue creature, e il padre Uis Neno che governa l’aldilà  
Crystal Cave, si trova vicino a Kupang è facilmente raggiungibile anche con i bemo, in fondo a una grotta si trova una laguna di acqua turchese e cristallina

Timor e le altre isole vicine

Queste isole del Nusa Tenggara Timur, sono tutte raggiungibili con nave o aereo da Timor :

Savu

Savu detta anche Sawu fa parte del distretto di Sawu Raijua ed è l’isola principale, le altre sono Raijua e Raidana, questo gruppo di isole si trovano nella parte sud del mare di Savu

Savu è un’isola di 379,9 km² di superficie, il suo punto più elevato è di 366 metri sul livello del mare, l’isola è in gran parte formata da praterie e palmizi e qualche dolce collina, le sue spiagge sono selvagge e incontaminate e la barriera corallina la circonda quasi interamente.  

Il clima è secco per gran parte dell’anno, i venti caldi provenienti dall’Australia soffiano su queste isole e nella stagione secca le precipitazioni si fanno via via meno presenti, fino ad arrivare da agosto a ottobre con quasi totali assenza di piogge, la stagione umida e piovosa è da novembre e marzo.

Nel 1770 Sawu venne visitata da James Cook, che insieme al botanico Joseph Banks stesero un dettagliato rapporto sull’isola e sui suoi abitanti.

L’economia è prevalentemente agricola, si coltivano frumento, riso, legumi e si pratica l’allevamento di bovini, di suini .

La fauna dell’isola di Savu è caratterizzata dagli stessi esemplari presenti anche nelle altre isole della zona, è possibile vedere: il pitone acquatico di Timor, vari pipistrelli della frutta e la volpe volante nera.

Popolazione e società

La popolazione di Savu ha legami storici profondi con l’induismo di Giava e la popolazione si considera essa stessa discendente da immigrati Hindu.

Quasi tutti i Sabunesi sono cristiani, ma viene ancora praticata una religione indigena ancestrale animista denominata Djingi Tiu, questa religione attribuisce una grande importanza rituale alle pietre megalitiche, come quella che si trovano nel villaggio di Namata.

I Sabunesi hanno la loro architettura tradizionale e sono probabilmente tra i migliori tessitori di ikat dell’Indonesia.

Spesso durante i funerali si seguono le antiche tradizioni animiste, il morto viene avvolto in un tessuto ikat con motivi particolari, vicino al cadavere i famigliari dimostrano il loro dolore piangendo,(la dimostrazione pubblica del dolore è un passaggio obbligato nel processo cerimoniale.)poi il corpo viene adagiato in una buca scavata direttamente davanti alla propria casa, il defunto viene sepolto insieme ad abiti e stoffe e altre cose: gusci di cocco,e altre piante.

Quindi il buco viene riempito con tutti i materiali utilizzati durante la cerimonia, sembra che i tessuti sepolti con il cadavere siano considerati sacri e potenti e siano importanti per il benessere del defunto nell’aldilà.

Savu cosa vedere

Villaggio Namata –il centro rituale più importante di Sabu, si trova a pochi chilometri da Seba e l’accesso è abbastanza facile, le cerimonie del Ringraziamento vengono organizzate ogni anno nella maggior parte di Sabu.

Vicino Namata si trova il villaggio di Rae Dana, dove ci sono altre  case tradizionali, e quello di Rae Awu con case tradizionali e una grande tomba di pietra dove venivano seppelliti i guerrieri.

Kujiratu è un villaggio è abbastanza grande, interamente costituito da case tradizionali di paglia e ancora protetto da un muro di pietra. Gli abitanti del villaggio sono amichevoli e la maggior parte degli anziani non parla indonesiano, prima di scattare fotografie va sempre chiesto perché alcune case (rumah adat) utilizzate per scopi rituali sono sacre e non possono essere fotografate.

Liae et Mahara – La zona di Mahara è la più tradizionale, molte persone indossano ancora ikat tradizionali nella loro vita quotidiana, alcuni luoghi molto particolari di Sabu sono senza dubbio Kelabba Maja e Wadu Mea, con formazioni rocciose sulla costa meridionale

Come arrivare e quanto tempo restare a Savu

Il modo migliore per arrivare a sabu è partendo da Kupang dal porto di tenau, prendendo una delle navi pelni, spesso queste navi non hanno un servizio regolare e si fermano prima a Rote , assolutamente indispensabile controllare prima della partenza l’ operativo sul sito online

Altre opzioni più costose sono prendere i motoscafi veloci il Cantika e il Funka che in circa 6 ore arrivano da Tenau a Savu.

A kupang ho visto che anche Susi Air opera voli charter da Kupang a Sabu ma questi voli non sono prenotabili online.

Savu si raggiunge in barca anche da a Ende a Flores, Waingapu a Sumba e da Rote

Quanti giorni trascorrere sull’isola ? 3- 5 nottI potrebbero andare bene ma ovvio che questo soggiorno deve essere compatibile con l’operativo dei traghetti, sull’isola si trovano diverse sistemazioni a gestione locale, Elsa Homestay a nord di Seba è quella consigliata da Edwin che ha la homestay Lavalon Hostel a Kupang e anche un sito con lo stesso nome, dove parla in maniera dettagliata di queste isole.

Lembata

L’isola di Lembata è l’isola più grande dell’arcipelago di Solor, Lembata misura circa 80 km di lunghezza e circa 30 km di larghezza, nel suo interno ci sono diversi vulcani che raggiungono un’altezza di 1533 metri sul livello del mare.

La capitale Lewoleba chiamata anche Labala, si trova nella parte occidentale dell’isola in un’enorme baia di fronte al vulcano Ilê Ape. quest’isola è raggiungibile in barca, da Lewoleba ci sono collegamenti giornalieri per Larantuka, Flores e Waiwerang sulla vicina isola di Adonara.


Caccia alle balene
Quest’isola è famosa per il villaggio di Lamalera che si trova sulla punta meridionale dell’isola, Lamalera e Lamakera sulla vicina isola di Solor, sono gli ultimi due villaggi che praticano l’antico metodo primitivo della caccia alle balene.

Qui i capodogli sono cacciati da secoli, ma con un’antica tecnica anche molto pericolosa per i pescatori, che usano solo attrezzature fatte a mano, le lance, le corde e le barche, tutto è prodotto localmente nei villaggi.

La caccia alla balena è di vitale importanza per questi villaggi, e la popolazione ne utilizza tutte le parti, la carne viene consumate o scambiate per il cibo con altri isolani, la maggior parte dei quali sono coltivatori di mais e manioca.
Come avete capito io non sono tipo da incitare un viaggio dove la natura e gli animali vengono sacrificati in nome del turismo o solo per stupida crudeltà, ma l’antica cultura di Lembata merita un viaggio.

Dalla città principale di Lewoleba è possibile noleggiare una moto o un ojek per fare gite di un giorno per visitare l’isola Attraverso piccoli villaggi tranquilli, splendide spiagge e panorami vulcanici, arrivare fino a Lamalera

La vita nei villaggi di quest’isola è semplice e la gente cordiale è come curiosa e ben disposta verso uno straniero, un viaggio in queste zone remore è un dono unico per scoprire angoli di mondo fermi nel tempo.

Lamalera caccia alle balene
Lamalera caccia alle balene

Alor

Alor è conosciuto come una delle migliori destinazione per le immersioni, ma è molto interessante una visita del suo interno per andare alla ricerca delle origini degli antichi e misteriosi tamburi moko …

Rote

Onde perfette per surfare e spiagge magnifiche, un isola molto particolare dove la palma lontar e le alghe agar agar, hanno un ruolo fondamentale nella vita della popolazione, un mix di cristianesimo e riti animisti .


Il Mio Blog di Viaggi …

Komodo le isole

Komodo le sue isole. Abbiamo l’anima da esploratori e ci piace partire sempre alla scoperta di nuovi luoghi lontani e sconosciuti. Ci sono posti che però meritano un ritorno, sono quelli particolari e unici, come lo è l’arcipelago di Komodo e le sue bellissime isole. Un luogo che spesso è stato al centro di eventi,…

Bira beach Sulawesi

Bira beach, un luogo perfetto per terminare un viaggio itinerante nel Sulawesi. Le bianche spiagge di Bira beach Siamo arrivati alla nostra ultima tappa, la punta estrema del Sulawesi meridionale, nel distretto di Bulukumba. Questa zona è conosciuta per le spiagge di sabbia bianca, le palme che ondeggiano al vento e il mare cristallino, una…

Viaggio in Queensland

Viaggio in Queensland, ancora un on the road in terra australiana, devo ammettere che nei miei precedenti viaggi avevo sempre scartato questo stato, perché pensavo fosse il meno interessante. La scelta del Queensland per il nostro viaggio di ottobre, è stata fatta infatti come ripiego di un più impegnativo on the road, da Darwin fino…

Lascia un commento